Litio, in Argentina scoppiano proteste

Litio, in Argentina scoppiano proteste

Litio, in Argentina scoppiano proteste


Il secondo problema è quello dell’acqua. In queste zone piove poco (fattore peraltro positivo per la Dle). Ma per estrarre una tonnellata di litio ne servono ben 2.000 litri.

Le proteste contro l’estrazione del litio

Da tempo gli abitanti delle Salinas Grandes hanno imboccato la via della protesta. Alla notizia che il governo di Buenos Aires ha rilasciato nuove concessioni, il 13 gennaio i rappresentanti di trentatrè comunità indigene si sono dati appuntamento a San Salvador de Jujuy per coordinarsi. A fornire supporto strategico, legale e la visibilità necessaria, un gruppo di avvocati, sociologi, attivisti capeggiati da Tomàs Saraceno, tra i principali artisti argentini viventi, oggi residente a Berlino ma ancora molto legato al paese di origine.

Da anni Saraceno frequenta le tematiche ecologiche, realizzando opere al crocevia tra arte e scienza. Con un curriculum che vanta esposizioni alla Biennale di Venezia e a New York, nel 2015 ha dato vita ad Aerocene, collettivo che impasta ricerca visuale e attivismo climatico con performance in mezzo mondo basate su giganteschi palloni capaci di volare senza ausilio di combustibili fossili o gas, e che recano scritte emblematiche sui temi più caldi del dibattito green. 

Risale al 2020 quello che definisce “il volo più sostenibile della storia dell’umanità”: Pacha, una sorta di mongolfiera pilotata da una donna, ha volato per un’ora e un quarto a 275 metri dal suolo, coprendo una distanza di quasi due chilometri nella regione delle Salinas Grandes. Sul telone, un’enorme scritta: “L’acqua è vita”, un chiaro riferimento alle miniere. 

Pacha ha volato senza utilizzo di  fonti fossili, pannelli solari, litio, elio, idrogeno ed emissioni carboniche – dice a Wired Saraceno, collegato dal suo studio di Berlino -. Impiega esclusivamente il calore fornito direttamente dal sole e le radiazioni infrarosse che provengono dalla Terra”. Non si tratta della proposta ingegneristica di un nuovo mezzo di trasporto: il movimento del pallone dipende dalle condizioni del vento e non è possibile controllarlo. “È piuttosto un invito a riflettere sui nostri consumi e a ragionare sulle energie di cui disponiamo. Forse c’entra anche il senso di colpa per le troppe miglia che ho volato nella mia vita”.

Smontare il cellulare

Il gioco del litio, secondo Saraceno, non vale la candela. Meglio riciclarlo. Come, per esempio, fa Fairphone, che produce cellulari facili da smontare per sostituire batterie e fotocamere, realizzati in plastica riciclata e con oro acquistato da produttori etici. E con una politica che mira a produrre zero rifiuti elettronici netti, compensando tutte le materie prime usate nella costruzione tramite la raccolta di dispositivi usati. 

La violenza non è solo nell’estrarre dati -, conclude Saraceno, in un parallelo con l’informatica dei colossi del web – ma anche nel violentare la Terra per procurarci i materiali di cui abbiamo bisogno. La mia speranza per il futuro? Che con la tecnologia faremo come con i sacchetti di plastica, le sigarette e gli alcolici: consumo responsabile, e una progettazione che consenta di disassemblare i dispositivi e recuperare le preziose materie prime nascoste all’interno”.



Leggi tutto su www.wired.it
di Antonio Piemontese www.wired.it 2023-02-04 05:50:00 ,

Previous “Pescatori, scienziati e meno burocrazia per far crescere il nostro mare protetto”

Leave Your Comment